Vi e’ mai capitato di passare una giornata e tornare a casa con la sensazione che vi siete emozionati, arrichiti e rilassati?!.. be’ questo e’ quello che e’ capitato a me quest’estate durante le vacanze in Sicilia. Dopo qualche giorno di mare a Castellamare del golfo, un bellissimo paese di mare tra Palermo e Trapani, decidiamo di dedicare una giornata alla scoperta di luoghi e panorami che hanno fatto la storia di questa meravigliosa regione.
Partiamo direzione Segesta, il paesaggio man mano che viaggiamo mi incuriosisce, io ho ricordi passati di una Sicilia arida, mentre qui mi trovo davanti a filari di viti come quelle di Alcamo e colline coltivate, dove si scorgono macchie gialle… meloni dolcissimi tipici di questi posti.
Il cartello cartello indica che Segesta e’ a un 1,5 km ma strano ancora non si vede niente, ma ecco che all’improvviso tra le colline ecco li il famoso tempio di Segesta. Parcheggiamo e andiamo a fare i biglietti, ci chiedono se vogliamo fare anche il biglietto per la navetta per raggiungere la zona piu’ distante o preferiamo andare a piedi, decidiamo per la navetta anche perche’ fa’ veramente molto caldo e il percorso e’ al sole.
Mentre sono sulla navetta vedendo il percorso e le persone che lo percorrono a piedi sono contenta della mia scelta. In pochi minuti siamo in prossimita’ dell’anfiteateo che raggiungiamo a piedi attraverso una strada di pietra, a destra e sinistra resti di antichi edifici, e a perdita d’occhio colline che compongono in ogni foto un quadro bellissimo.
Il paesaggio e’ davvero particolare ti lascia davvero senza parole, al termine dalla strada in pietra si arriva in questo bellissimo anfiteatro e anche qui si fatica ad abbracciare tutta questa meraviglia in uno sguardo o fissarlo in una foto, pura emozione.
Torniamo indietro per raggiungere la navetta che ci portera’ all’ingresso da dove poi a piedi raggiungeremo il tempio di Segesta. La strada per arrivare al tempio e’ in salita ma comoda da percorrere, circa 200 metri e arriviamo al tempio e rimaniamo senza fiato e non per la salita ma perche’ hai l’impressione che la a pietra che lo compone si sia fusa in un tutt’uno con l’azzurro del cielo creando una scenografia naturale di tutto rispetto.
Giriamo intorno al tempio e ci colpisce il paesaggio circostante, vallate con dirupi circondano questa collinetta dove sembra essere poggiato il tempio.
Ecco il link Parco Archeologico di Segesta per info e orari.
Lasciamo questo luogo meraviglioso, ci mettiamo in viaggio direzione Erice. Man mano che ci avviciniamo Erice ci appare in tutta la sua fierezza dall’alto del promontorio in cui è situata, la strada per arrivare non è delle migliori, salite e tornanti dove in alcuni casi devi lasciare il passo a chi incroci. Arrivati su il panorama è stupendo e l’aria è meno afosa, mentre mi addentro per le viuzze in pietra ho la sensazione di essere stata catapultata in un altra era, stradine in pietra e qua e la si aprono alla nostra vista cortili all’interno dei quali si possono scorgere ancora pozzi caratteristici. La chiesa Madre è un vero capolavoro in puro stile gotico.
La piazzetta centrale è molto carina, ma il nostro abbiamo obiettivo è raggiungere la famosa pasticceria Maria Grammatico, e devo dire che se andate a Erice è una vera istituzione, io ho iniziato con un meraviglioso cannolo siciliano per finire con una granita ai gelsi, be.. ora si mi sento proprio bene, anche la location è molto caratteristica noi ci siamo rilassati su un balconcino che dava su un cortile in pietra molto carino.
Decidiamo di raggiungere il castello nel frattempo si aprono alla nostra vista panorami stupendi che non riesco a contenere in un solo sguardo tanta è la bellezza. Arrivati sulla balconata del castello rimango estasiata dalla vista dove puoi abbracciare Trapani e le zone limitrofe, tante le emozioni e una sensazione bellissima.
Colpiti dalla vista delle saline decidiamo di raggiungerle e quindi scendiamo da Erice per raggiungere Trapani. Viaggiare lasciandoci trasportare dalle sensazioni del momento è qualcosa di meraviglioso ti da un senso di libertà e di appagamento allo stesso tempo.
Ma eccoci a Trapani seguiamo le indicazioni per le Saline e per la strada incontriamo l’insegna che indica “La Casa del Tonno”, facciamo una piccola deviazione vuoi non fermarti nella patria delle Tonnare per degustare e acquistare qualche prodotto tipico?Conosciamo una bella azienda tramandata da padre in figlio qui potete trovare il famoso tonno rosso e molti altri prodotti prelibati, dovete assolutamente passare da qui, ecco il link Il tonno Rosso. Ripartiamo e dopo un paio di km ci fermiamo attirati da un antico mulino, ci fermiamo e scopriamo essere già all’interno della riserva naturale orientata “Saline di Trapani e Paceco”, un posto molto particolare circondati da bacini di saline possiamo apprezzare i colori e il sale che riemergendo si cristallizza.
Ci avviciniamo ad una struttura ancora originale dove vi sono esposti alcuni attrezzi per la lavorazione del sale, ora l’intera zona è sotto tutela del WWF Italia che si occupa di far conoscere questi luoghi e la sua storia oltre che a tutelarli ovviamente.
Questo il link Riserva Naturale Orientata Saline di Trapani e Paceco
Proseguiamo alla volta della famosa isola di Mothia (Mozia), percorriamo alcuni chilometri e arriviamo in una zona dove ci sono le indicazioni per imbarcarsi, lasciamo la macchina e raggiungiamo questo luogo che mi è rimasto veramente dentro per le molte emozioni che mi ha regalato e spero che le foto possono darvi un’idea. Ci consigliano di fare il giro dell’isola con un imbarcadero, l’altra possibilità era raggiungere l’isola e girarla a piedi, ma abbiamo optato per la prima soluzione. Sono circa le 18 aspettiamo di imbarcarci mentre sorseggiamo un caffè in bar accanto alla biglietteria.
Non so è l’atmosfera che crea la luce a quell’ora o questo bar con i tavoli e sedie colorati ma rimane il fatto che questa immagine è ancora viva nella mia mente e la porto con me come uno dei ricordi più belli di questa vacanza.
Iniziamo il giro è scorgiamo subito l’isola di Mothia (Mozia) antica colonia fenicia, rigogliosa vegetazione ma anche resti di un antico passato come la necropoli, il piccolo porto artificiale e un ‘area sacra ancora interesse di scavi archeologici. Il sole riflette sull’acqua e crea una luce stupenda, il ritmo lento delle onde e un piacevole venticello, tutto intorno un paesaggio naturale suggestivo dove convivono in perfetta armonia flora e fauna.
Ma ecco che veniamo distratti da qualcosa… difronte a noi tante vele colorate volteggiano alzandosi dal mare. Ci spiegano che questo è un luogo ideale dove praticare il kitesurf (una variante del surf al quale viene aggiunta un ala), per via dei bassi fondali e vento costante.Ecco il link Sicilykiteschool per info e costi.
Ma proseguiamo il nostro giro e scopriamo un vero gioiello, proprio sotto i nostri occhi, guardando il fondale scorgiamo una strada lastricata, che attraverso il mare collegava l’isola di Mothia alla costa siciliana. Con la bassa marea la strada è visibile anche dall’alto, lunga circa 1800 mt e larga circa 8 mt permetteva anche il transito di due carri affiancati.
Terminiamo il giro ammirando le restanti isole che compongono la riserva naturale: l’isola Grande, isola Shola e isola Santa Maria.
Lasciamo questo posto meraviglioso e torniamo verso casa, durante il viaggio in macchina ripercorro con la mente la giornata appena trascorsa è ho una sensazione di appagamento e mi rendo conto quanti luoghi stupendi la nostra bell’Italia è in grado di offrirci. Quindi che dirvi non vi rimane altro che andare alla scoperta di questi luoghi magici della Sicilia occidentale.